Bisognerà aspettare ancora, almeno fino alla metà del mese di gennaio, per avere notizie certe sulle indagini della Procura in merito all’incendio che l’8 dicembre scorso ha devastato il San Giovani Evangelista di Tivoli. Intanto, si moltiplicano le iniziative per sollecitare la riapertura immediata del presidio, a cui afferisce un bacino di utenza di almeno 250mila residenti tra la città termale, Guidonia Montecelio, il territorio della Sabina sud e la Valle dell’Aniene. Tra le altre, la raccolta di firme di Cittadinanzattiva e gli appelli dei sindacati, vicini ai lavoratori della ditta di pulizie attualmente privi di occupazione. Anche la politica si è attivata in tal senso. Ė stata presentata in Consiglio regionale il 9 dicembre e protocollata l’11, la mozione numero 107 su iniziativa della consigliera della Lega Laura Cartaginese con cui la stessa – insieme al collega Giuseppe Cangemi – impegna il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e la giunta “nell’attualizzare programmi urgenti e risorse straordinarie che nel più breve tempo possibile possano riportare allo status quo l’Ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli, al fine di ripristinare una struttura di importanza strategica per la Asl Roma 5”. Un ospedale, come si precisa nell’atto consiliare, che “si è sempre contraddistinto in eccellenza per la professionalità e l’erogazione delle prestazioni offerte che riguardano: cardiologia, rianimazione, ortopedia, pediatria, chirurgia e oncologia” e che ora, nel timore generale, si ritrova bloccato in tutte le attività “compresa la rete dell’emergenza e il percorso nascita attualmente sospeso”, precisa Cartaginese. Di recente, la mozione presentata sempre alla Pisana dai consiglieri Adriano Zuccalà e Valerio Novelli del Movimento 5 Stelle, Alessandra Zeppieri del Polo progressista e Claudio Marotta dell’Alleanza verdi e sinistra, punta a rispondere alle esigenze della popolazione attraverso la nomina di un commissario straordinario “per accelerare la riapertura completa del presidio ospedaliero”. I rappresentanti dell’opposizione evidenziano poi le difficoltà che, causa lo spostamento di attività sanitarie nei presidi di Subiaco e Palombara Sabina, sta subendo il sistema di trasporto locale, chiedendo di incrementare il servizio “per facilitare gli spostamenti dei residenti garantendo l’accessibilità alle prestazioni e riducendo i disagi”. L’auspicio è che siano rispettati i tempi di riattivazione dichiarati alla stampa, che prevedono entro la fine di gennaio il ripristino del 50 per cento delle attività. Sullo sfondo, si guarda alla nuova realizzazione dell’ospedale Tiburtino, che pur rappresentando una opportunità, secondo accreditate fonti, potrebbe significare un declassamento dell’attuale nosocomio, riducendolo a mero punto di primo intervento, con la perdita di un servizio assistenziale essenziale di immediata fruizione per la città tiburtina.

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