Tossicodipendenze, chiude agenzia comunale

imageLa lotta agli sprechi passa anche per l’agenzia comunale per le tossicodipendenze. L’ente, creato nel 1998 con una delibera del Consiglio comunale, doveva essere regolamentato secondo un ‘Piano di programma’ e linee guida dell’assemblea cittadina ma i servizi sono stati invece erogati con l’affidamento diretto a cooperative in continuo regime di prorogatio. Il sindaco Marino ha deciso di riportare la gestione nell’ambito dell’assessorato ai Servizi sociali da cui l’agenzia dipende, con un risparmio presunto di 800 mila euro l’anno e non mancano le polemiche. Secondo l’attuale direttore Andrea Canu, alla guida dell’Agenzia dal 2009, il risparmio ammonterebbe a soli 31 mila euro annui e la chiusura costituirebbe un duro colpo per progetti, programmi di prevenzione, interventi di trattamento e cura. L’Agenzia, che nella prevenzione ha la sua mission, si occupa anche di contrasto all’uso di sostanze, di assistenza sociale, reinserimento dei tossicodipendenti, nonché di interventi volti alla creazione di una rete assistenziale in collaborazione con i servizi di recupero e cura delle Asl. Dispone di autonomia contabile, gestionale e organizzativa, ha un presidente, un consiglio di amministrazione, un direttore generale con uno stipendio annuale di 110 mila euro lordi al netto delle indennità, uffici di segreteria, servizi amministrativi e tecnici, uffici del bilancio e delle risorse umane. Oltre alla comprensibile preoccupazione di vertici e dipendenti, con il riassorbimento della struttura in ambito comunale si porrebbe il problema della destinazione dei fondi e della programmazione delle attività. Oltre al budget di Roma capitale infatti l’ente si avvale di finanziamenti europei concessi sulla base di specifici progetti. Annualmente gestisce non meno di 3 milioni di euro stanziati dall’amministrazione capitolina e un importo che varia tra 1,5 e 3 milioni da risorse nazionali e regionali. Nei programmi della giunta capitolina c’è infatti la volontà di rimodulare il rapporto con le Asl e, in tal senso, i programmi di recupero e cura delle tossicodipendenze, potrebbero essere il primo passo verso tale obiettivo.

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