Umberto I: continua il taglio di reparti e servizi

Policlinico Umberto I: vanno avanti le “decimazioni” di reparti tra cui, quello di malattie rare dell’osso, dal chilometrico e ridondante nome ufficiale di: Unità operativa “Malattie rare displasie scheletriche malattie del metabolismo osseo in età pediatrica ed evolutiva”. Tutto nasce con l’atto aziendale (regolamento interno di organizzazione) di giugno 2019, con cui i vertici dell’Umberto I sopprimono l’unità operativa semplice dipartimentale per l’erogazione delle cure delle malattie rare. Un taglio contro cui è stato proposto ricorso da parte delle associazioni di tutela dei malati, prima fra tutte la As.It.O.I – Associazione Italiana Osteogenesi Imperfetta Onlus, assistita dall’avvocato Raffaele Di Stefano. L’azione legale avverso l’atto aziendale, nell’ottobre dello stesso anno, ha provocato rassicurazioni da parte della direzione del nosocomio. Il direttore generale Vincenzo Panella in tale occasione aveva assicurato la continuità nell’accesso e nell’erogazione delle cure e il mantenimento dell’equipe di medici specialisti, infermieri e posti letto. “Inopinatamente – rileva As.It.O.I. in una nota del 28 maggio scorso – Panella ha ritrattato l’impegno assunto e ha cancellato il gruppo medico di assistenza, distribuendo i sanitari tra reparti diversi”. Sembra che a tutt’oggi per circa 1300 pazienti sia rimasto un solo medico. Per tale motivo i pazienti, attraverso il proprio legale, chiedono al direttore Panella di “non giocare con le parole sulla pelle dei malati, il servizio di malattie rare è stato drasticamente ridotto tanto da non garantire, a nostro giudizio, il diritto all’accesso alle cure e un livello minimo di assistenza almeno pari a quello esistente prima dell’applicazione delle disposizioni dell’atto aziendale”. I fatti stanno a dimostrarlo: non si è provveduto alla stabilizzazione contrattuale della pediatra esperta in Osteogenesi imperfetta, né all’attribuzione del servizio analogo al preesistente a un direttore della clinica pediatrica. La vicenda è arrivata alla Regione Lazio e, addirittura, al ministero della Salute, finora senza alcun esito ma il presidente Nicola Zingaretti, l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato e il sottosegretario Sandra Zampa, sono stati fortemente sollecitati dalle associazioni dei pazienti a “intervenire e ripristinare i diritti dei più deboli, e non continuare a voltarsi dall’altra parte”.

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