Mancano poche ore, è la vigilia di mille emozioni. Giovedì 4 luglio 2024 riapre il reparto di Oncoematologia pediatrica del Policlinico Umberto I, nell’immaginario collettivo l’ospedale di Roma per antonomasia. “Gutta cavat lapidem” è l’espressione ricorrente di genitori, associazioni, operatori sanitari che da quei primi mesi del 2020 – con l’unica divisione pediatrica pubblica del Lazio per tale specialità chiusa per far posto ai pazienti Covid – non hanno mai abbandonato la speranza di veder riaperti questi festosi padiglioni, in cui bimbi e famiglie si sentivano come a casa propria, alleviando le sofferenze legate alla patologia. E alla speranza si è legata a doppio filo la lotta, una battaglia contro dinieghi, ostacoli burocratici, lungaggini e, talvolta, anche una malcelata volontà di lasciar correre, tenendo i piccoli pazienti stipati nelle non altrettanto accoglienti stanze del Bambino Gesù, utilizzato in sostituzione per supplire alle necessità dei bimbi in cura. L’annuncio della  riapertura risale al 23 febbraio scorso. “Purtroppo, c’è bisogno della oncoematologia pediatrica – ammise il direttore generale del Policlinico universitario Fabrizio D’Alba durante un evento pubblico – e riaprire il nostro reparto è un segnale forte”. Così, tra numerosi altri annunci, rallentamenti, riprese e ripensamenti, sono stati pubblicati i bandi per l’assunzione del direttore del reparto e dei dirigenti medici, tra l’estate e l’autunno del 2023. Il primariato andrà a Loredana Amoroso, coadiuvata da altri giovani ed entusiasti colleghi. Insieme alle degenze, sarà riattivato il blocco operatorio, con l’immancabile inaugurazione e le presenze delle grandi occasioni: la rettrice dell’Università “La Sapienza” Antonella Polimeni, il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e lo stesso direttore dell’Umberto I Fabrizio D’Alba. I veri protagonisti però non siederanno nei posti riservati alle autorità: sono i genitori  che tanto si sono battuti per veder rifiorire un reparto a cui sono affettivamente legati e i rappresentanti dei comitati – primo fra tutti “La Fenice”, con l’agguerrita presidente Antonella Saliva – che tanto si sono adoperati perché si togliesse il freno alle procedure e si arrivasse alla rinascita del piccolo gioiello nel cuore di Roma. Un altro tassello che viene restituito alla sanità pubblica, che quotidianamente subisce mille assedi ma trova sempre, proprio come la fenice, la forza per risorgere.

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