Umberto I: taglio dei nastri al rush finale

3san filippoRispettato il cronoprogramma di Zingaretti per adeguare la rete ospedaliera dell’emergenza

Inaugurazioni: il pronto soccorso del policlinico Umberto I arriva per ultimo, il 15 dicembre. Per rimarcarne la centralità, tra le strutture sanitarie romane, il volitivo direttore generale Domenico Alessio si affida, per il taglio del nastro, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tra i capi di Stato in visita a nuovi reparti ospedalieri c’è un precedente con Giorgio Napolitano, che nel 2011 inaugurò l’Unità di cure residenziali intensive al Forlanini. Oggi l’ospedale è chiuso, per volontà della Regione Lazio e il reparto abbandonato e saccheggiato. Nell’ospedale dei romani per antonomasia, al contrario, si fanno grandi progetti per il futuro sostenuti da una pioggia di investimenti annunciati negli anni e accompagnati da piani di ristrutturazione e ammodernamento. Indispensabili in un nosocomio che ha visto, in passato, interventi di restyling che non hanno risolto gli annosi problemi strutturali. Un’altra freccia nell’arco di Zingaretti. Se per Papa Francesco questo sarà il Giubileo delle Porte sante, per il presidente del Lazio è certamente l’evento del “taglio dei nastri”. Tutto è iniziato il 20 novembre con il pronto soccorso del Santo Spirito – con Zingaretti simbolicamente accompagnato da Matteo Renzi – per arrivare al 4 dicembre al Gemelli e al San Filippo Neri (nella foto), passando per Sant’Andrea, San Camillo, San Giovanni e Sant’Eugenio. Linea comune di intervento il miglioramento dell’accoglienza, delle sale attesa e triage, l’ampliamento dei posti letto in terapia intensiva – assunzioni permettendo – gli investimenti in tecnologie, la messa a norma di ambienti non sempre in linea con le prescrizioni. Immancabili le critiche delle opposizioni in Consiglio regionale, suffragate dai rilievi dei rappresentanti delle associazioni di cittadini. Destano perplessità i ritardi per le assunzioni di medici e infermieri indispensabili nei reparti “giubilati” e le mancate autorizzazioni sanitarie obbligatorie per tutte le strutture, secondo quanto denunciato da rappresentanti regionali della commissione Politiche sociali e salute.

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