Un battito a distanza e la sanità è virtuosa

Risposte complesse con strumenti semplici. Un telefono, un pc, un elettrocardiografo e parte la tele cardiologia, tecnologia al servizio del cittadino e di ausilio alle aziende ospedaliere. Il primo è seguito con perizia e monitorato in tempi reali; per le aziende la trasmissione di dati clinici a distanza comporta un’ottimizzazione delle prestazioni, con notevoli risparmi di gestione. Da ottobre, grazie al concorso di più istituzioni, il tele monitoraggio con consulto specialistico è diventato una realtà per i detenuti del carcere romano di Regina Coeli, che possono così, senza complessi e dispendiosi trasferimenti, godere di un servizio di qualità elevata, nel rispetto del diritto alla salute, valido in qualsiasi circostanza. Coordina il progetto il dottor Giorgio Scaffidi, direttore della Unità di Cardiologia in emergenza dell’ospedale San Giovanni Addolorata di Roma, che illustra i punti di forza della innovativa procedura. “La tele cardiologia è senza dubbio una attività produttiva per il Servizio sanitario regionale – dice il cardiologo – considerato il risparmio di circa 2000 euro su ogni prestazione a distanza che venga effettuata. Fra trasferta, sorveglianza con agenti di custodia, prelievi ematici ed esami strumentali in ospedale, eventuale degenza al costo di 800 euro giornaliere non si può che plaudere all’iniziativa, fortemente sostenuta dal Garante per i diritti dei detenuti del Lazio, con il concorso dell’amministrazione penitenziaria, della presidenza regionale, delle aziende San Giovanni Addolorata e Asl Roma A”. Per dolore toracico e aritmie, che nel caso in esame “potrebbero assumere la connotazione di sintomi seri, gravi ma anche temporanei se non addirittura confezionati ‘ad arte’ – continua Scaffidi – la soluzione intermedia, tra gli estremi dell’infermeria del carcere e l’ospedale, si presenta ottimale. Si procede a ricovero soltanto quando indispensabile, riconducendo ai controlli protocollari, accreditati a livello internazionale, casi non acuti”. Per il tele monitoraggio però esistono anche zone d’ombra: un’attività con tali ricadute positive non è finanziata dalle regioni, eccetto la Lombardia. “I costi – chiosa lo specialista – ricadono tutti sulle aziende che, in questo particolare momento, difficilmente si sentono in grado di affrontare il rischio di un investimento siffatto”. Con buona pace dei risparmi di gestione.

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