Una legge per sociale e sanità

Una legge in grado di rispondere ai bisogni della collettività e alle esigenze dei nuovi gruppi sociali: dai disabili agli immigrati, passando per le famiglie, gli ex detenuti, i senza fissa dimora, i minori e i soggetti fragili. Elemento di spicco è la Conferenza dei sindaci che, con il Consorzio dei comuni, instaurerà un dialogo costante con le Asl, in grado di assicurare una più efficace integrazione socio-sanitaria. Grazie al progetto di legge regionale n. 226 del 2011 ”Sistema integrato degli interventi, servizi e prestazioni sociali per la persona e la famiglia nella Regione Lazio”, tenacemente voluto dall’assessore alle Politiche sociali Aldo Forte, la normativa statale 382/2000 per l’integrazione socio-sanitaria potrà trovare compimento nel Lazio, favorendo tali interventi, non disgiunti dall’assistenza sanitaria, quando necessaria, in modi e tempi accettabili. Un testo corposo di 60 articoli, con cui si disciplina la pianificazione della rete sociale regionale e locale chiamando in causa professionisti delle istituzioni, privato sociale, volontariato e terzo settore. Per facilitare gli interventi sarà individuato il cosiddetto Ato (ambito territoriale ottimale) coincidente con il territorio della Asl di appartenenza dei soggetti assistiti mentre il consorzio di comuni, realizzato in base alle previsioni del Testo Unico sull’ordinamento degli Enti locali – decreto legislativo 267/2000 – andrà a costituire l’Organismo per le azioni sociali integrate. Sono previsti i livelli essenziali delle prestazioni sociali e il finanziamento della legge sarà garantito da fondi Ue da reperire in base a specifici progetti, risorse regionali derivanti dal fondo per la non autosufficienza, provvidenze della legge 382/2000, compartecipazione degli assistiti e risorse provenienti da fondazioni, istituti di credito e altri soggetti privati. Sarà pubblicata anche la Carta dei Diritti degli assistiti, con la garanzia di un costante monitoraggio sull’attuazione della normativa. La sanità è chiamata in causa nel testo in varie occasioni e, in particolare, agli articoli 17 e 28 che disciplinano, rispettivamente, l’integrazione socio-sanitaria e le funzioni e i compiti delle Asl. “La riforma sociale – chiarisce l’assessore Forte – risponde innanzitutto all’esigenza di innovare un sistema sociale che fa riferimento a una legge di sedici anni fa, non più in grado di leggere i nuovi e crescenti bisogni delle persone e fornire risposte adeguate”. Dopo la discussione in Commissione Politiche sociali, il testo arriverà in Consiglio per la definitiva approvazione che, considerate le significative economie sui costi di gestione del sistema e sui tempi decisionali, non dovrebbe tardare ad arrivare.

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