Si fanno sempre meno figli e l’età media dei genitori alla nascita del primogenito continua ad avanzare. I dati del Report annuale dell’Istat, pubblicato il 15 maggio, confermano uno scenario che si aggrava di anno in anno. La diminuzione delle nascite è legata a quella della fecondità: il numero medio di figli per ogni donna è diminuito da 1,24 nel 2022 a 1,20 nel 2023, avvicinandosi al minimo storico di 1,19 figli registrato nel 1995. Le Ostetriche/i, come professionisti sanitari esperti della salute della donna, potrebbero fornire utili strumenti per combattere la denatalità. Non solo aumentandone numericamente la presenza negli ospedali, ma anche nei presidi territoriali, dai Consultori, alle Case della Salute, fino all’assistenza domiciliare. Che una presenza più capillare e radicata sul territorio delle Ostetriche/i possa migliorare i tassi di fertilità lo dimostrano alcuni esempi virtuosi. All’interno del Parco Basaglia di Gorizia è stata di recente inaugurata la ‘Casa della Salute della Donna, dell’Infanzia e dell’Adolescenza’, un presidio di assistenza territoriale dove tra i principali obiettivi c’è proprio la promozione e la tutela della vita nascente. I primi mille giorni di vita di un essere umano sono un periodo di importanza strategica che pone le basi per lo sviluppo e la salute dell’intero arco della vita e prendersene cura è uno dei principali obiettivi delle Ostetriche/i che lavorano nella struttura. Incentivare la nascita, su tutto il territorio nazionale, di altre strutture sanitarie simili potrebbe essere una prima ed efficace azione di contrasto alla denatalità. Qualunque sia la strada intrapresa va percorsa accanto alle Istituzioni e ai decisori politici, ai quali la Federazione assicura piena disponibilità di collaborazione, nonostante le Ostetriche/i siano state escluse da importanti iniziative. Ne è un esempio il Tavolo tecnico di approfondimento delle tematiche relative alla procreazione medicalmente assistita, istituito il 13 gennaio 2023 presso l’ufficio di Gabinetto del ministero della Salute. Nonostante la comprovata competenza delle Ostetriche in questo ambito, la Fnopo non è stata mai convocata. Lo stesso è accaduto per il Tavolo tecnico sugli stili di vita, insediatosi lo scorso luglio: le Ostetriche non sono mai state invitate a partecipare. Le Ostetriche/i seguono le donne lungo tutta la propria vita e ne conoscono non solo le condizioni di salute ma anche quelle sociali. Un piano d’azione che intenda preservare la fertilità e combattere la denatalità, infatti non può prendere in considerazione solo gli aspetti sanitari, ma deve valutare anche quelli socio-economici. In Italia esiste ancora un enorme divario di genere, come testimoniato sempre dall’Istat che ha rilevato come tra i nuovi occupati l’88% siano uomini. Sostenere le donne nel lavoro, significa sostenere le famiglie, di cui le donne sono indiscutibile fulcro e, di riflesso, le nascite. (Nella foto: gruppo di mamme in consultorio)

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