Vaccinazioni, beneficio per tutti
Vaccinazioni: il ministero della Salute scende in campo per raggiungere sempre più soggetti. Con l’approvazione del nuovo “Piano nazionale sulle strategie vaccinali” dello scorso febbraio, d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni e la messa a punto di percorsi mirati, secondo le indicazioni fornite dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), si vuole includere gruppi sociali finora privati di tale beneficio. Di tale argomento si è parlato nel XII Convegno “La copertura vaccinale nelle popolazioni migranti e nelle popolazioni marginali”, svoltosi a Roma il 28 maggio presso l’Istituto superiore di sanità e organizzato dall’ Italian national focal point – Infectious diseases and migrant, una rete di oltre 70 esperti di istituzioni pubbliche, organizzazioni non governative, associazioni di volontariato e referenti di comunità di stranieri presenti in Italia. Le vaccinazioni sono un’arma potente di controllo ed eradicazione delle malattie infettive, tanto che l’Oms reputa che il vaccino riesca ad evitare ogni anno tra i due e i tre milioni di morti. I benefici si ripercuotono non solo sui soggetti vaccinati ma, indirettamente, anche sui soggetti non vaccinati inducendo loro protezione. Nell’ottica di una valutazione costo-beneficio dunque, le strategie di immunizzazione rappresentano decisamente uno dei più proficui investimenti sulla salute. Ciononostante, ancora oggi in Europa alcuni gruppi, tra le popolazioni migranti e tra quelle marginali, risultano non immunizzati a sufficienza. Le cause risiedono spesso, sia nell’impossibilità di accedere ai servizi sanitari del proprio paese, sia in un atteggiamento di scarsa fiducia della popolazione stessa nei confronti dei vaccini. Scopo dell’evento è stato quello di individuare i campi d’azione e gli interventi mirati al controllo delle malattie prevenibili da vaccinazione, nonché focalizzare gli aspetti comunicativo-relazionali, fondamentali in ambito interculturale. In particolare, nel corso della sessione “L’adesione alla vaccinazione nelle popolazioni migranti e nelle popolazioni marginali” si è parlato di azioni chiave, quali la promozione dell’adesione consapevole e l’utilizzo della struttura sanitaria come luogo idoneo a favorire il primo approccio per l’integrazione. É stata evidenziata la necessità, per l’operatore sanitario, di essere coadiuvato dal mediatore culturale e dall’educatore di salute della comunità, al fine di sviluppare percorsi di prevenzione nei confronti di persone appartenenti a culture diverse nel cui ambito è diverso lo stesso concetto di salute.