Vaccini, Fials: “più flessibilità per gli invalidi”
“Sanità Lazio: abbandonate le persone più fragili. Le vaccinazioni anti Covid sono somministrate soprattutto a soggetti in buona salute”. Lo dichiara in una nota la segreteria provinciale di Roma della Fials, che contesta all’assessorato alla Sanità regionale la decisione di immunizzare, tra la categoria degli invalidi, soltanto i portatori di handicap gravissimi che in sostanza, secondo il sindacato “sono solo una minima percentuale della popolazione regionale e, soprattutto, la punta di un iceberg della vasta platea della fragilità e dell’invalidità”. La Fials reputa l’azione regionale poco flessibile, valutando l’individuazione di sole due categorie di vaccinandi: le persone sane e quelle estremamente vulnerabili con malattie gravissime e condizioni prevalenti di non autosufficienza. “Peccato che in mezzo a queste due categorie esista un mondo di pazienti con esenzione per patologie e/o per invalidità anche gravi – attacca ancora il sindacato – affetti da malattie e disabilità croniche”. Nella nota viene citata anche la definizione di malattia cronica da parte della Organizzazione Mondiale della Sanità quale “problema di salute che richiede un trattamento continuo durante un periodo di tempo da anni a decadi”. In aiuto all’Oms, i livelli essenziali di assistenza (prestazioni minime che il servizio sanitario nazionale è obbligato a erogare, ndr) aggiornati al 2017, elencano tutte categorie di invalidi da inserire tra le categorie fragili. La Fials ne cita alcune, tra cui i malati di tumore, di artrite reumatoide, colite ulcerosa, i morbi di Crohn e Burger. Alla lista delle persone che necessiterebbero del vaccino celermente, il sindacato inserisce anche gli invalidi civili al 100% senza indennità di accompagnamento e quelli con percentuali inferiori, al limite del 67%, insieme agli invalidi del lavoro. “Tali categorie – si insiste nella nota – non sono da considerare persone fragili per l’assessore D’Amato. Si continua a vaccinare, come è giusto, per fasce di età pazienti anziani ma per fortuna non tutti malati e/o fragili e non si aprono le liste a pazienti sicuramente in condizioni di maggiore suscettibilità al contagio e alle sue complicanze”.