“La situazione epidemiologica in Italia al momento è sotto controllo poiché non sono stati accertati casi del nuovo ceppo, il cosiddetto clade I di Mpox”, Lo dichiara Mara Campitiello, capo del dipartimento della Prevenzione del ministero della Salute. “Il nostro dicastero – continua – ha attivato i canali operativi con l’Agenzia italiana del farmaco e l’Istituto superiore di sanità, per pianificare strategie di contenimento del rischio nell’eventualità di variazione dello scenario attuale”. Depurata dall’ufficialità del messaggio istituzionale, l’informazione suona confortante, nel senso che in Italia non ci sarebbe nessuna emergenza, come hanno ribadito numerosi esperti epidemiologi e quindi, gli uffici di lungotevere Ripa stanno applicando il principio di precauzione per fronteggiare eventuali ma non certe situazioni di pericolo di diffusione. Sebbene l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) abbia decretato l’emergenza sanitaria internazionale, sulla base dei 14 mila casi e 524 decessi nella prima metà dell’anno, registrati nella Repubblica Democratica del Congo, la popolazione generale non è sicuramente a rischio: la patologia colpisce soltanto determinati gruppi di persone, specie se hanno effettuato un viaggio nelle zone più colpite. Una diffusione che comporta uno stretto contatto con un soggetto affetto, ovvero “lo sfregamento di cute contro cute o rapporti sessuali a rischio. La patologia non si trasmette per via aerea” ha chiarito ai microfoni del Tg 3 Andrea Antinori, direttore del dipartimento clinico Malattie infettive dell’Istituto Spallanzani di Roma. Mentre al ministero della Salute precisano di essere in costante contatto con gli organismi internazionali, “per elaborare misure condivise”. Contestualmente si sta procedendo con il rafforzamento della rete di sorveglianza diagnostica su tutto il territorio nazionale e, immancabilmente, il riferimento va alla disponibilità di vaccini, le cui scorte sarebbero “al momento sufficienti a garantire il fabbisogno”. Finora, nel nostro Paese sono 14mila gli inoculati, appartenenti alle fasce a rischio. In ogni caso, le singole Regioni saranno istruite sulle strategie da mettere in atto attraverso una circolare informativa, affinché ci sia una gestione unitaria di eventuali emergenze. Le indicazioni più pregnanti saranno fornite alla popolazione e agli operatori impegnati nei siti di frontiera, spiegano ancora al ministero, precisando che sarà attivato un tavolo interministeriale in cui collaboreranno i ministeri di Esteri, Economia, Finanze, Interni e Trasporti, “per concordare piani operativi di contrasto alla diffusione del patogeno con un approccio strategico organizzato” precisa ancora Mara Campitiello. A rassicurare ulteriormente, ci pensa il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), insieme agli omologhi centri statunitensi, che asseriscono, al momento, “non  sussistere un vero allarme a livello mondiale, con rischio di propagazione dell’infezione in Europa e negli Stati Uniti molto basso”. AgenPress

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