Ė una vigilia ricca di emozioni, quella del 6 febbraio, in attesa di capire se questa volta si riuscirà o meno ad attivare il punto nascita dell’ospedale Paolo Colombo di Velletri. Ė imbarazzante anche per chi scrive riportare la notizia di una prossima apertura il giorno 7, considerato che ci abbiamo provato varie volte – a maggio e a novembre 2024 – per essere poi smentiti. La vicenda ha origini remote: nel periodo del Covid il reparto fu riconvertito e adibito ad accogliere i pazienti affetti dalla patologia, con grave disagio dei cittadini e del bacino di utenza di 150mila residenti. Tanto che alcuni parti, nei quattro anni di chiusura, avvennero davanti all’ingresso del Colombo, con mamme impossibilitate a raggiungere in tempo l’ospedale di Ariccia. Si decise così di riattivare “il punto in cui nasce la vita” ma finora questo non ha visto mai la luce, per restare in tema. E nella storia si inseriscono due elementi: il primo legato a improvvide decisioni regionali, sintetizzate nelle parole che l’allora direttore generale Narciso Mostarda pronunciò in commissione sanità regionale nel 2020: “Il punto nascita è strategico ma dobbiamo far quadrare i conti in un momento difficile”. L’altro si connota in quella che si può definire una conflittualità territoriale, esplosa in campagna elettorale per la poltrona a sindaco di Anzio e Nettuno, che ha visto l’elezione degli esponenti di centro sinistra Aurelio Lo Fazio e Nicola Burrini, critici verso la Regione Lazio con Francesco Rocca presidente. Primi cittadini che, giustamente, reclamano attenzione per il proprio territorio, altrettanto bisognoso di un reparto Maternità con annessa sala parto, considerata la densità di popolazione del territorio, che in estate raddoppia. Sembra che, aprendo Velletri, si debba rinunciare alla Maternità sul litorale. Supportati dalla raccolta di 5.000 firme tra i cittadini e dalla mozione in favore del mantenimento del punto nascita negli ospedali Riuniti Anzio-Nettuno, firmata Alessandra Zeppieri e approvata in Consiglio regionale, non lasceranno passare indenne il festoso momento dell’inaugurazione veliterna. Parteciperanno si, ancorché invitati, ma con intenti bellicosi, insieme ai concittadini che intendono manifestare tutto il proprio dissenso. In sintesi: taglio del nastro in pompa magna, con sorpresa finale.

 

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