In apparenza, sembrerebbe una missione impossibile. In Veneto la missione è riuscita: le liste di attesa, pesante eredità del periodo pandemico, sono state abbattute. E c’è un elemento di riflessione per la Regione Lazio, perché artefice dell’impresa, insieme al presidente Luca Zaia e all’assessore alla Sanità e alla Politiche sociali Manuela Lanzarin, è stato Massimo Annicchiarico (nella foto), direttore generale dell’Area Sanità e sociale del Veneto, vecchia conoscenza della Regione Lazio per aver ricoperto analogo ruolo durante l’amministrazione di Nicola Zingaretti. Con una differenza di non poco conto: nel Lazio il miracolo non è riuscito. Ė lo stesso Zaia a fornire i dati in conferenza stampa: per le prestazioni in priorità D, ossia da erogare entro 30 giorni, l’anno scorso a maggio erano in attesa quasi 83mila persone. A maggio di quest’anno gli assistiti in attesa sono stati circa 13.000. Dal maggio 2023 a quello di quest’anno, le prestazioni con priorità B, da garantire entro 10 giorni dalla prescrizione medica, dalle  502 quali erano sono state azzerate; quelle con priorità D (30 giorni di attesa) sono passate da 82.811 a 13.913, pari all’83 per cento in meno; quelle con priorità P (60/90 giorni) da 74.489 a 28.317, pari al 62 per cento in meno. “Ė stata messa in atto un’azione eccezionale che vede una omogeneità di risultato nelle varie aziende della Regione con un grande lavoro di squadra. Abbiamo assunto, dal 2019, 4.900 nuove figure professionali nelle aziende sanitarie ma purtroppo continuano a mancare i medici. Nel Veneto ne mancano 3.500 su una carenza a livello nazionale di 50.000”, ha dichiarato il presidente Zaia, unendo all’amara constatazione le espressioni di gratitudine nei confronti di tutti gli operatori “per aver profuso un simile impegno”. Ha poi spiegato tutte le azioni intraprese, in collaborazione con la cabina di regia, per contrastare la penuria di camici bianchi, restii perfino a presentarsi alle frequenti prove di selezione proposte dall’amministrazione regionale, a causa di “annose scelte inadeguate di programmazione nazionale”, con proposte di collaborazione, tra cui spicca un innovativo progetto legato alla intelligenza artificiale (AI) che venga in aiuto alla gestione dei flussi di prenotazioni. Un’opera non ancora completata, per l’assessore Lanzarin, che insieme agli operatori ringrazia gli utenti “che hanno dimostrato comprensione nei momenti di maggior difficoltà. I numeri – continua Lanzarin – dicono che si sta lavorando bene e contiamo di arrivare a un consistente abbattimento delle attese entro fine anno”. Il compito di illustrare la funzione della AI spetta al direttore Annicchiarico, che evidenzia la specifica capacità di aiuto offerta agli operatori addetti alle prenotazioni, in grado di individuare le date per una corretta progressione degli appuntamenti necessari prima della visita, con una oculata sequenza delle indagini, evitando al cittadino accessi superflui e snellendo i percorsi. L’esperienza, grazie anche alle possibilità concesse dalla nuova legge sull’autonomia regionale, potrebbe essere applicata in altre realtà territoriali, mettendo fine a uno degli aspetti più critici della sanità pubblica.

 

 

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