Veneto, piano anti-esodo per medici e infermieri
Con un atto del 2024 si rafforzano gli organici e una legge stanzia risorse per 150 milioni
Ha lanciato un allarme che ormai riguarda tutte le Regioni, Anna Maria Bigon, vicepresidente della commissione Sanità del Veneto: “Allarmante esodo di professionisti negli ultimi cinque anni”. E ha fornito anche i numeri, l’esponente del Pd, dopo un accesso agli atti da cui è emerso che ben 3.043 medici e 4.967 infermieri in tale lasso di tempo si sono dimessi. Il dato corrisponde innegabilmente alla realtà ma quanto chiesto da Bigon alla giunta guidata da Luca Zaia, ovvero “di aumentare gli investimenti per colmare la voragine”, è un appello superfluo secondo l’assessore alla Sanità e al sociale Manuela Lanzarin perché non terrebbe conto delle nuove immissioni nel servizio sanitario regionale. “Il turn over nell’ambito sanitario è fisiologico” spiega Lanzarin in un comunicato, rendendo noti i dati completi “per evitare letture fuorvianti di un fenomeno che, seppur reale, merita di essere contestualizzato”, ribatte non senza una vena polemica. Dichiarazioni confermate dal documento di 22 pagine ricco di dati, grafici e tabelle, un compendio di tutte le attività sanitarie relative al 2024, presentato in conferenza stampa il 21 marzo. Dai ricoveri agli interventi chirurgici, passando per gli accessi in pronto soccorso e la specialistica ambulatoriale, con particolare attenzione alle tabelle relative alle nuove immissioni di personale e alle 112 procedure concorsuali in atto nell’anno appena trascorso. “Rispetto al 2019 – sottolinea Lanzarin – abbiamo in organico 1802 infermieri in più (+8%) e ulteriori 1964 OSS (+ 20%). Registriamo, invece, un calo di medici di 146 unità (-2%); un dato che seppure negativo è in parte compensato dall’aumento dei contratti a tempo determinato che è passato da 247 del 2019 a 658 nel 2024 con un delta di 510 unità. “Siamo ben consapevoli che la priorità assoluta e la sfida principale per il Veneto come per tutte le altre regioni italiane è trovare nuovi medici e nuovi infermieri in un mercato del lavoro che non è in grado di offrirne”, ribatte ancora l’assessore. Difficoltà legate al mercato, agli ultimi concorsi andati deserti, che affliggono in egual modo la sanità privata. Dimissioni volontarie dal servizio non solo per pensionamenti ma per scelte personali e professionali, nulla a che fare con fughe legate a malesseri o disagi nel servizio pubblico. “La Regione Veneto – tiene a precisare Lanzarin – da tempo ha predisposto un piano anticrisi per scongiurare l’esodo e motivare i professionisti (https://www.sireneonline.it/wordpress/sanita-veneto-si-allattrattivita-per-motivare-gli-operatori/). Si tratta della delibera numero 960 approvata dalla giunta regionale il 13 agosto 2024, che contiene un Piano regionale organico per il rafforzamento della dotazione di personale del Servizio sanitario pubblico, con interventi mirati su più livelli: valorizzazione economica e professionale delle risorse umane, potenziamento della formazione, attrattività delle aziende sanitarie pubbliche, miglioramento delle condizioni di lavoro, investimenti pari a 150 milioni di risorse aggiuntive nel triennio 2024-2026. “In conclusione – chiude l’assessore Lanzarin – invitiamo ad affrontare temi tanto delicati con senso di responsabilità, evitando di generare allarmismi con letture parziali dei dati, e ricordando che la tutela della sanità pubblica e dei suoi professionisti è un impegno comune, che richiede collaborazione e visione, non semplificazioni”. (Nella foto: Zaia e Lanzarin)