Via Silveri: riapre lo storico consultorio in versione “dimezzata”. Perplessità dei cittadini
Arriverà lunedì 13 gennaio alle 9 l’ora della verità. In molti attendono con il fiato sospeso la riapertura dello storico consultorio di via Silveri, a un passo da San Pietro, gestito dalla Asl Roma 1. La chiusura dal mese di agosto ha provocato numerose proteste e mobilitazioni da parte dei residenti della zona, che hanno visto in prima linea il Coordinamento delle assemblee dei consultori che rivendica condizioni adeguate alle linee guida che la Regione Lazio ha pubblicato nel 2014, con la volontà di rilanciare l’azione di tali servizi sanitari. Un rilancio che, secondo le donne, non si è tradotto in una più elevata capacità di accoglienza. L’allarme lanciato da tempo riguarda l’atavica carenza di personale, gli accorpamenti delle strutture e le difficoltà nella offerta di prestazioni. Via Silveri, secondo il coordinamento delle donne, è emblematico dell’azione di smantellamento: in luogo degli 8 locali richiesti per assolvere in pieno alle attività istituzionali, sarebbero a disposizione soltanto 3 stanze, in una sede da dividere con il servizio di tutela della salute in età evolutiva (Tsmree). Istituiti con la legge 405 del 1975, fulcro dell’assistenza per la salute delle donne, dei bambini e della famiglia i consultori hanno risentito in modo pesante dei tagli alla sanità, nonostante i numeri importanti relativi alle prestazioni fornite. Sono 180.977 le donne che nel 2017 si sono rivolte ai 149 consultori del Lazio – per legge dovrebbero essere 1 ogni 20 mila abitanti – più di 10 mila donne hanno seguito i corsi di accompagnamento alla nascita, 5.819 le coppie che hanno avuto accesso prima del parto e 23.432 sono state le consulenze post-partum. Ma in primo piano c’è anche l’assistenza in caso di interruzione di gravidanza, insieme a importanti campagne di contraccezione, contrasto alla violenza di genere – nel 2017 sono stati 274 gli interventi in tal senso – gli screening oncologici, l’aiuto agli adolescenti, la salute psico-fisica del bambino e la consulenza in caso di adozione. E le donne non intendono rinunciare a tale presidio e lunedì mattina si troveranno davanti alla struttura, con un invito rivolto all’assessore alla sanità regionale Alessio D’Amato, per verificare che gli impegni presi siano rispettati, con la speranza che la giornata di festa per lo spazio riconquistato non si trasformi in una amara sorpresa che saprebbe di beffa.