Una lotta a tutto campo, quella ingaggiata dalla Regione Lombardia nei confronti di chi adotta comportamenti aggressivi e violenti contro i sanitari. Per prima, la firma di un protocollo operativo alla Prefettura di Milano, sottoscritto il 13 dicembre tra Regione, Prefettura, Questura di Milano, comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri, Agenzia Regionale Emergenza Urgenza (Areu) e l’azienda dei trasporti cittadina, volto a “migliorare la sicurezza pubblica in situazioni di emergenza legate a soggetti con comportamenti antisociali, aggressivi e violenti”. L’atto siglato risponde all’esigenza “di garantire la tempestività e l’efficacia degli interventi delle Forze dell’Ordine in supporto al personale sanitario per tutelare l’incolumità dei soccorritori”, assicurando l’attivazione immediata delle Forze dell’ordine in caso di segnalazione di comportamenti pericolosi. Il tutto avverrebbe grazie all’attivazione di un codice dedicato, il cosiddetto “codice I” – intervento congiunto sul luogo dell’emergenza – per garantire ordine pubblico e sicurezza, con monitoraggio periodico della Prefettura. Gli interventi antiviolenza si trasferiscono poi all’interno degli ospedali, specie in pronto soccorso, luogo sensibile, con ulteriori provvedimenti delineati in una delibera di giunta, approvata nel palazzo del Pirellone il 16 dicembre. L’atto, frutto di una intesa tra gli assessori regionali al Welfare Guido Bertolaso e alla Protezione civile Romano La Russa, ha visto il contributo di un tavolo tecnico attivato mesi fa dall’ente locale, che ha coinvolto amministratori, dirigenti, professionisti e lavoratori, in un approccio multidisciplinare. Alla base dei provvedimenti ci sono strategie preventive e di gestione del rischio, unite alla formazione permanente dei lavoratori. Le misure previste vedono al centro la videosorveglianza, il servizio di sicurezza interno e, novità assoluta in materia, il supporto psicologico e legale per i sanitari vittime di violenza. Gli assessori Bertolaso e La Russa hanno precisato all’unisono che, “tali misure prendono avvio da un percorso già ha avviato con le bodycam per gli operatori dell’emergenza urgenza (Areu), con pulsanti antipanico nei reparti ospedalieri, la videosorveglianza e il servizio di sicurezza interno e, quali strumenti di prevenzione, con la creazione di ambienti confortevoli per pazienti e personale e il miglioramento delle condizioni lavorative. A supporto del progetto, la stesura di Piani di prevenzione, documento di valutazione dei rischi, predisposti dai reparti ospedalieri e campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini per scoraggiare gli atti di violenza contro i sanitari.

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