Al lavoro come in trincea. Mai descrizione poteva essere più efficace, per medici e infermieri che in pronto soccorso rischiano costantemente la propria incolumità. Per il segretario Nazionale della Ugl Salute Gianluca Giuliano, che ha raccolto tali esasperate testimonianze, “bisogna andare oltre le parole di sdegno e assumere tutte le iniziative per la difesa di questi lavoratori”. Il sindacalista ha formulato al presidente della Regione Lazio Francesco Rocca una proposta concreta, volta ad applicare le stesse misure di emergenza adottate in Lombardia, a tutela degli operatori sanitari in prima linea. Si tratta della installazione di impianti di videocamere e la dotazione di braccialetti da polso, dotati di pulsanti di segnalazione alla centrale operativa di polizia, con localizzazione Gps che consente di individuare la struttura di provenienza della chiamata. Per primo, è partito in via sperimentale l’ospedale di Vigevano il 2 gennaio scorso, dotando i sanitari di tali dispositivi a difesa dell’incolumità personale. La richiesta di Giuliano arriva in seguito alla ennesima, brutale aggressione, avvenuta alle 19 di sabato 15 febbraio, nei confronti di quattro infermieri e un operatore sociosanitario del pronto soccorso dell’ospedale Giovanni Battista Grassi di Ostia, un nosocomio tra i primi a essere tutelato contro gli atti di violenza nei confronti dei sanitari, grazie a un accordo siglato due anni fa tra Regione e Prefettura che prevede la presenza di agenti della polizia di Stato che però, considerata la carenza di personale, non assicurano il servizio sette giorni su sette e nell’arco delle 24 ore. Una tutela che invece sarebbe essenziale per l’ospedale del lido di Roma, spesso esposto a situazioni critiche, come l’assalto di sabato scorso, quando un 59enne in evidente stato di ubriachezza, ha reagito con la violenza alla esortazione di una infermiera che lo pregava di lasciare libera la lettiga su cui si era accomodato, in attesa di vedere la mamma ricoverata. L’uomo ha manifestato una brutalità imprevista, tanto da provocare una prognosi di 15 giorni agli infermieri aggrediti e il trasferimento dell’energumeno nel carcere di Regina Coeli, per interruzione di servizio pubblico, aggressione e lesioni personali, in attesa dell’udienza di convalida. Immediata la solidarietà del presidente Rocca e della direzione della Asl Roma 3, con un particolare encomio ai sanitari che, pur brutalmente malmenati, hanno eroicamente continuato a prestare la propria attività per non lasciare scoperto il turno.  (Nella foto: ospedale di Vigevano)

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