Sa di beffa la violenza con cui, nel pomeriggio del 19 dicembre, un uomo in attesa ha devastato i locali del triage del pronto soccorso dell’ospedale Spaziani di Frosinone, rivolgendosi minacciosamente all’infermiere di turno.  Nella giornata in cui si attivava il posto di polizia nel nosocomio di Santo Spirito, al centro di Roma, in presenza delle più alte autorità, un presidio di provincia è stato vittima dell’ennesima manifestazione di intolleranza a causa del quale è stata distrutta con un estintore la vetrina dell’accettazione. Un gesto intollerabile, che ha paralizzato i pazienti in attesa e intimorito gli operatori sanitari, ormai frequente bersaglio di aggressioni e minacce. Pronta la risposta dei sindacati, che in un comunicato hanno stigmatizzato l’episodio, e della direzione aziendale che ha espresso solidarietà ai lavoratori. Vicinanza all’infermiere aggredito è stata comunicata sui social da presidente della Regione Lazio da cui i cittadini aspettano risposte, in particolare per la condizione dei reparti di emergenza e le liste di attesa. Eredità pesanti, le attese in pronto soccorso, che non giustificano in nessun caso l’intolleranza. Sebbene a inizio anno sia stato annunciato un piano di potenziamento e di riapertura dei posti di polizia negli ospedali, l’iter procede a rilento, rispetto alle esigenze avvertite in tutto il territorio regionale. Un piano di rilancio che assicura la presenza di agenti nei reparti di emergenza, annunciato congiuntamente dal ministero degli Interni e della Salute, che a oggi ha prodotto un incremento del 50% dei presidi, che ammonterebbero a 191 già attivi o di imminente attivazione, rispetto ai 126 già esistenti, con servizio prestato soltanto nelle ore diurne. Ė un primo risultato, considerata l’esiguità delle forze a disposizione ma non sembra sufficiente per tranquillizzare gli operatori sanitari. Proprio allo Spaziani di Frosinone la sorveglianza degli agenti della Polizia di Stato è assicurata dalle 8 di mattina alle 14, una fascia oraria solitamente più tranquilla per l’afflusso di pazienti, che si riversano maggiormente in pronto soccorso nelle ore del tardo pomeriggio e in quelle serali. Servirebbe perciò una diversa organizzazione dei turni di sorveglianza, basata su un attento monitoraggio sui flussi.

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