Aggressioni quasi quotidiane, in costante aumento, l’ultimo caso al Sant’Andrea di Roma ma da anni è uno stillicidio. Il 25 settembre 2022 si è arrivati alla rissa di gruppo, da parte di una trentina di rom andati ad aggredire una famiglia rivale in attesa al pronto soccorso dell’ospedale romano San Camillo. I nosocomi della capitale, come in tutta Italia, stanno diventando terreno di scontro tra utenti e sanitari. Da tempo, i consiglieri regionali del Lazio avevano segnalato la situazione agli organi di vertice, senza alcun riscontro, se non sterili dichiarazioni di solidarietà. La situazione però si è sbloccata solo in questi giorni, con l’annuncio del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, volto a  ripristinare i posti di polizia all’interno dei nosocomi. Un presidio indispensabile, considerato il movimento di persone che quotidianamente accede al pronto soccorso e le tipologie di utenti trattate, che era venuto meno negli anni a causa dei tagli imposti alle forze dell’ordine da politiche di austerità. Per questo oggi, 16 gennaio, proprio al Sant’Andrea si è svolto il convegno “Stop alla violenza a danno degli operatori della Salute” organizzato da Amad, Uif e Confintesa Sanità, a cui ha partecipato il consigliere regionale del Lazio Daniele Giannini, firmatario di una legge contro tale fenomeno, che da mesi attende di essere discussa. “L’Assessore D’Amato – chiarisce l’esponente della Lega – per cinque lunghi anni è stato titolare della Sanità nel Lazio ma si è ridotto a legislatura finita, e in una campagna elettorale che conduce come candidato alla presidenza del Lazio, a  chiedere la presenza delle forze dell’ordine nei pronto soccorso”. Ci ha dovuto pensare addirittura il ministro ma questa è una garanzia perché, come sottolineato da Giannini “Da oltre sei mesi una proposta di legge, mirata, articolata e con ipotesi di coperture finanziarie certe, a salvaguardia della categoria, ha atteso invano di essere presa in considerazione”. Dunque, dopo anni di aggressioni e violenze, interviene lo Stato per risolvere una situazione diventata insostenibile, anche a causa dell’indifferenza di chi avrebbe dovuto provvedere.

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