Aggressioni in sanità: il tema diventa argomento nazionale di primo piano. Da tempo i reparti di emergenza degli ospedali e altre divisioni, sono teatro di gesti estremi ma soltanto adesso, complice forse la battaglia politica, l’argomento è al centro della agenda di governo e si cercano soluzioni estreme a un male non più contenibile. Interessante, a tal fine, è l’analisi dei numeri e delle cause. Secondo le statistiche fornite dalla Associazione dei medici stranieri in Italia (Amsi), le violenze in Italia sono aumentate del 38% negli ultimi 5 anni e la causa principale va ricercata nella carenza di professionisti della sanità, che metterebbe in difficoltà l’organizzazione, provocando l’esasperazione degli assistiti, motivo che non giustifica assolutamente il clima da far west. In secondo luogo, altro motivo di insoddisfazione è la carenza di informazioni e l’assenza di dialogo tra i sanitari e i pazienti o i familiari di questi. E ancora, l’insufficienza di forze dell’ordine e personale di vigilanza, a fare da deterrente specie in orario notturno, determinerebbe l’aumento di atteggiamenti rissosi. Ed ecco i numeri: 38% è l’aumento delle aggressioni per motivi organizzativi; il 24% aumento di diverbi è dovuto ai  tempi insostenibili delle liste d’attesa;  il 23% delle risse è scatenato per la mancanza di informazioni sulle condizioni dei parenti sottoposti a visita in pronto soccorso. C’è poi un 5% di persone che manifesta pregiudizi nei confronti dei camici bianchi degli ospedali pubblici e, analoga percentuale si riscontra per persone che non ricevono risposte adeguate dagli operatori sulle condizioni dei malati. E il fenomeno valica anche i confini nazionali: in Europa gli organici carenti hanno determinato ad un incremento delle aggressioni del 36% mentre nel resto del mondo si sale al 41% di violenze per analoghi motivi. Intanto gli ospedali sembrano colpiti da un sortilegio relativo ai comportamenti violenti: dopo l’episodio più clamoroso di Foggia del 4 settembre agli ospedali Riunti (nella foto), nelle ultime 48 ore il bollettino di guerra si arricchisce di quattro nuove puntate: ospedale Villa dei Fiori, Acerra in provincia Napoli con raid familiare contro il personale sanitario del pronto soccorso; aggressione con coltello a una dottoressa nell’ospedale torinese Giovanni Bosco; infermiere del 118 preso a pugni da un paziente e in Puglia, a Casarano, medico e infermiere presi a calci da un ricoverato. Il rischio, come annunciato da parte di molti professionisti, è un esodo di massa dagli ospedali, lasciando i cittadini privi di assistenza. E il ministro della Salute Orazio Schillaci corre ai ripari. Dopo un confronto con gli ordini professionali, il 12 settembre, è stata annunciata la stretta: arresto in flagranza di reato, anche differito entro 48 ore dall’accadimento con più controlli, telecamere e forze di polizia nei reparti sensibili.

 

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