Un anticorpo monoclonale specifico, per tutelare la salute dei neonati. Ė questa la novità che arriva dalla Regione Veneto, annunciata il 5 luglio in conferenza stampa dall’assessore alla Sanità e Politiche sociali Manuela Lanzarin. Entro breve, partirà una campagna a tappeto per i nati in una data compresa tra ottobre 2024 e marzo 2025 – arruolati con consenso delle mamme dopo il parto – e i più grandi, venuti alla luce da gennaio a settembre 2024, alle cui famiglie arriverà una lettera informativa. Si tratta di praticare una semplice inoculazione del farmaco, per scongiurare le conseguenze di patologie causate dal virus respiratorio sinciziale (VRS), un agente che è spesso causa di infezioni respiratorie particolarmente gravi nei bambini molto piccoli, quali ad esempio la bronchiolite e la polmonite. E sono i numeri a parlare chiaro, come evidenzia Francesca Russo, direttore regionale della Prevenzione: “Le ospedalizzazioni da virus sinciziale nella prima infanzia sono quadruplicate negli ultimi vent’anni”, lo attestano gli oltre 1000 bambini con meno di 12 mesi di vita che ogni anno vengono ricoverati nel Veneto a causa di queste infezioni, anche con complicanze pericolose, il cui esito potrebbe a volte essere infausto. A livello mondiale, il VRS provoca ogni anno circa 33 milioni di casi di infezioni delle basse vie respiratorie che richiedono assistenza medica; fa registrare 3,6 milioni di ospedalizzazioni e la morte di oltre 100.000 bambini. Dei bambini ospedalizzati, circa il 20% ha necessità di ricovero in reparti di terapia intensiva. Inoltre, circa il 70% dei bambini che hanno avuto bronchiolite da VRS va incontro a broncospasmo ricorrente negli anni successivi e quasi il 50% sviluppa asma bronchiale. Attualmente non sono disponibili terapie specifiche contro questo virus che circola soprattutto tra ottobre e aprile. Per questo si vuole incentivare al massimo la consapevolezza sulle sue conseguenze e l’importanza della prevenzione, considerato che, come sostiene Eugenio Baraldi, direttore del dipartimento Salute della donna e del bambino e primario di Terapia intensiva e Patologia neonatale dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Padova, “È un’opportunità unica di prevenzione per proteggere i bambini più piccoli, frutto di anni di ricerca scientifica”; e sottolinea le possibili conseguenze dell’affezione, con insufficienza respiratoria, somministrazione di ossigeno e ricovero ospedaliero, sperando che non si verifichi un successivo sviluppo dell’asma. “La prevenzione attraverso questo anticorpo – continua il professore – può evitare molti ricoveri e tanta sofferenza nei bimbi e nei genitori”, considerato che dove praticata – Galizia in Spagna e Stati Uniti – si è riscontrata la riduzione dei ricoveri fino al 90 per cento. “Siamo tra le prime regioni ad avviare questo progetto di prevenzione con il coinvolgimento di varie strutture dedicate, tra cui quelle ospedaliere e i pediatri del territorio – sottolinea l’assessore Lanzarin – certi di creare le condizioni una grande opportunità ai neonati e alle loro famiglie, con un investimento che sarà in parte ristorato dall’abbattimento dei costi per la cura della malattia e delle sue complicanze”. Cospicue sono le risorse impiegate per acquisire le doti del farmaco: ne potranno beneficiare i 32mila nuovi nati ogni anno nei punti nascita della Regione, che ha investito 8 milioni di euro per l’acquisto di altrettante dosi.

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