Zingaretti: legge quadro per la nuova sanità
Una relazione di un’ora. Nicola Zingaretti, ha illustrato così il corposo programma per la sanità durante il Consiglio straordinario del 19 novembre, richiesto dal M5S, annunciando a inizio anno la promulgazione di una legge quadro e la creazione di un’area vasta, in luogo delle macroaree volute da Polverini, che avrebbero impoverito servizi e strutture delle province, a favore della capitale. Il presidente ha citato la legge di recepimento della 328 del 2000, normativa per l’integrazione socio-sanitaria, quale soluzione per il potenziamento della sanità territoriale e ha smentito la chiusura di 5 ospedali, annunciata da un popolare quotidiano romano. Zingaretti ha poi elencato le realizzazioni della giunta regionale, dal momento dell’elezione a oggi e ha annunciato gli obiettivi da realizzare, seppure in presenza di un severo piano di rientro da rinegoziare. É stato annunciato, tra l’altro, l’obiettivo di superare la fase del commissariamento entro il 2016. “Vogliamo riaffermare il ruolo di una leadership politica legittimata dai risultati raggiunti e un governo della sanità fondato su una nuova programmazione autonoma, trasparente, affidabile, condivisa”, ha detto il presidente. “Il ministero ha approvato il crono programma che abbiamo presentato per la certificazione dei bilanci, su cui stiamo andando avanti. Il disavanzo 2012 si è attestato a 605 milioni di euro; il disavanzo 2013, nonostante il taglio di 97 milioni ricevuto sul Fondo Sanitario Nazionale, è in ulteriore calo a 540 milioni di euro”. Per Zingaretti, bisogna ora passare “dalla stagione dei tagli alla stagione della trasformazione”. “Solo così – ha spiegato – possiamo superare il paradosso di una Regione dove si forma il 25 per cento dei medici italiani e che ha un saldo della mobilità sanitaria passivo, con i propri cittadini che vanno a chiedere servizi e prestazioni ad altre regioni. Su questo siamo pronti a costruire accordi con le Regioni confinanti per gestire insieme i flussi della mobilità sanitaria. E vogliamo sbloccare gli investimenti in tecnologie e strutture, che vedono il Lazio incredibilmente fermo al 51 per cento di utilizzo dei fondi disponibili. Quello che vogliamo costruire – ha proseguito – è un modello di sanità innovativo, perché capace di correggere le proprie fragilità e valorizzare le proprie risorse: reparti ospedalieri a elevata qualità delle cure, professionalità di avanguardia, ricerca medica, innovazione nell’industria di settore. La sanità del Lazio ha grandi risorse, ma per valorizzarle deve cambiare. Esistono, certamente, eccellenze dei singoli di strutture e reparti, ma ciò che manca è un’eccellenza del sistema sanitario regionale. Ed è su questo che dobbiamo agire”. “Quello che vogliamo costruire – ha concluso Zingaretti – è un modello equo e sostenibile, perché capace di offrire risposte strutturali a quelle che io ritengo siano le tre grandi emergenze che oggi caratterizzano la sanità del Lazio: lo squilibrio geografico tra centro e periferia; la fragilità o inesistenza della sanità territoriale; l’assenza di un ricambio di competenze e di esperienze a causa dalla rigidità del blocco del turnover. Un blocco che da troppi anni sta tenendo fuori dal sistema un’intera generazione di professionisti sanitari”.